E anche quest'anno se ne va. Il 2012 ci lascia con il suo carico di speranza non realizzate, con i grandi e piccoli successi e insuccessi di ogni giorno. Un 2012 caratterizzato dalla parola "crisi" che ha condizionato le nostre abitudini, i nostri progetti, le nostre certezze e i nostri sogni.
Ci siamo ritrovati in un paese più povero, più preoccupato, più insicuro e meno aperto alla progettualità e alla speranza.
Eppure, Qualcuno, un paio di mila anni fa ci aveva avvisato che "non si potevano servire due padroni", indicando il denaro come la fonte di tutti i mali.
Non la ricchezza, ma il denaro, che paradossalmente, rispecchiano due aspetti opposti di quella che sembra essere la stessa moneta.
Oggi la ricchezza non viene più dal lavoro, dalla laboriosità, dalla produzione di beni e servizi nati dalla genialità, dall'inventiva e dall'innovazione, ma principalmente, dal movimento di denaro non associato a nessuna attività lavorativa. Nascono così termini come "spread", "derivati", stock options" e via discorrendo che ci trasmettono il concetto che non serve lavorare, sacrificarsi, studiare, trovare o inventarsi soluzioni, ma è sufficiente "spostare" denaro nel modo giusto ...
Abbiamo pensato, come società, che potevamo "gestire il problema", che si doveva sempre e comunque partire dal denaro per arrivare poi all'uomo.
Abbiamo pensato che si doveva creare l'Europa della finanza e non quella dei popoli.
Abbiamo pensato che non facendo figli si risparmiasse e si vivesse meglio.
Abbiamo pensato che si potesse comprare tutto e non condividere nulla.
Abbiamo pensato che "solidarietà" fosse un termine obsoleto o si riducesse nell'inviare un sms a Telethon.
Abbiamo pensato che l'autonomia finanziaria e non la condivisione potesse tenere insieme le famiglie.
Abbiamo pensato che eravamo forti e indistruttibili ... come il Titanic.
... ed è arrivata la crisi.
Crisi economica, sicuramente, ma anche crisi di valori e crisi di idee.
Una crisi che ci ha tolto il benessere, privandoci anche degli strumenti per ricostruirlo.
Una crisi che ha generato milioni di poveri e decine di ricchi.
Occorre quindi rialzarsi dal torpore ignavo che ci ha attanagliato. Scrollarsi di dosso la paura e ricominciare ad investire le nostre energie nella costruzione di un mondo migliore da godere e da lasciare ai nostri figli più bello e più pulito di come l'abbiamo trovato.
Occorre ritrovare quelle ricchezze che vengono dalla condivisione, dall'accoglienza di idee e persone.
Occorre investire nella cultura e nella crescita personale.
Occorre imparare a donare il nostro tempo e i nostri "talenti" a chi ne ha bisogno.
Occorre spezzare il pane dell'amicizia e della fratellanza.
Occorre tornare ad essere Uomini!
Auguro a tutti, e principalmente a me stesso, che l'Anno che va ad iniziare sia un anno di ripartenza, di rinascita. basato su tre principi fondamentali:
- quello della Fede in un modi di vivere diverso, incentrato sull'uomo che accetta le sue debolezze e ne trae la forza per migliorarsi ogni giorno, in funzione dell'"altro", soprattutto quando questo sia povero, emarginato, lontano da casa, malato.
- quello della Speranza di riuscire a realizzare una società dell'Amore e della solidarietà, dove l'altro non rappresenti un problema, ma una risorsa.
- Quello della Carità, dove la nostra vita sia in funzione del nostro prossimo e dove l'egoismo non trovi diritto di cittadinanza.
E che Dio ci aiuti a realizzare tutto ciò ( sperando che non ci sia rimasto troppo male dal fatto che lo abbiamo troppo spesso messo da parte, credendo che si potesse rottamare, per vivere meglio, Colui che della Vita è stato, è, e sarà l'indiscusso Autore ).
Buon Anno a tutti!