
Viviamo in un mondo rumoroso. Anche troppo. In tempi non sospetti Papa Montini affermava che questa

E mai come oggi queste parole risultano profetiche in una società che ci bombarda di parole troppo spesso avare di contenuti e di ideali. Occorre, per chi ha deciso di battere la strada dell'essere educatore, presentarsi ai propri allievi come punto di riferimento presente e credibile.
E la credibilità parte dal quotidiano, dalla presenza costante tra i banchi di scuola, dalla disponibilità al dialogo, dal coraggio di mettersi in gioco ogni giorno, ogni minuto, dalla serenità di non volere avere ragione a tutti i costi.
Dalla consapevolezza che l'età e la cultura non sono garanzie di stare sempre dalla parte della ragione.
I ragazzi di oggi, frutto di noi, ragazzi di ieri, vengono troppe volte valutati in modo superficiale e pieno di luoghi comuni.
I giovani rappresentano comunque un patrimonio di freschezza e di voglia di scoprire e di scoprirsi.
Troppe volte giudichiamo e non comprendiamo le esigenze di una generazione alla quale abbiamo tolto i valori fondanti della nostra civiltà e della nostra cultura.
Parlare di Dio, di Famiglia, di Patria, di altruismo, di cavalleria oggi fa sorridere e, purtroppo, anche il vocabolario si adatta ai tempi.
La nostra generazione faceva l'Amore. I ragazzi di oggi fanno sesso e trasformano troppo spesso il più bello tra i sentimenti nella più scontata tra le ginnastiche.
E lo sport, termometro dei nostri giorni, non sfugge a questa regola. Andare allo Stadio è passato dalla gita fuori porta degli anni '70, dove tra panini con la porchetta e qualche fiasco di vino dei Castelli, si tifava per la Roma e per la Lazio e al massimo ci scappava qualche scazzottata, al clima di assedio che ciascuno di noi vive quando decide coraggiosamente di avventurarsi a vedere quello che rimane comunque lo sport più bello del mondo. Per questo, occorre tornare all'azione, alla testimonianza credibile, al linguaggio dei fatti concreti.
E in questa direzione si sta avventurando un gruppo di sportivi che crede che un mondo migliore si possa - e si debba - costruire attraverso segnali di impegno e di presenza.
Francesco Vendittelli, Michele Fierravanti, Giacomo Giretto vengono da esperienze diverse, da sport che poco hanno a vedere l'uno con l'altro. Ma hanno un comune denominatore: voler testimoniare, forti della loro esperienza agonistica che li ha visti tra i migliori atleti del mondo nelle rispettive discipline, che mettere al centro la persona è la chiave per lanciare un messaggio di speranza e di affetto per chi si affaccia oggi da protagonista all'avventura della Vita. Con questo spirito i tre campioni si sono offerti come testimonials per la Fondazione Giorgio Castelli, che si adopera per promuovere la cultura della sicurezza su tutti i campi da gioco di tutti gli sport. Sono ancora troppi gli atleti che perdono la vita nel luogo deputato al piacere di giocare.
E molte volte la tragedia accade per la leggerezza di un medico di famiglia troppo superficiale nel rilasciare un pezzo di carta che certifica la "sana e robusta costituzione fisica". O anche perchè in società dove si spendono decine di migliaia di euro per divise da gioco e parastinchi, non si pensa ad investire poco più di mille euro per un apparecchio defibrillatore in grado di salvare una vita altrimenti destinata a sicura fine.
E molte volte la tragedia accade per la leggerezza di un medico di famiglia troppo superficiale nel rilasciare un pezzo di carta che certifica la "sana e robusta costituzione fisica". O anche perchè in società dove si spendono decine di migliaia di euro per divise da gioco e parastinchi, non si pensa ad investire poco più di mille euro per un apparecchio defibrillatore in grado di salvare una vita altrimenti destinata a sicura fine.
Campioni nello Sport, Campioni nella Vita. E in questa ottica anche l'Albafor, l'Istituto di Formazione Professionale dove lavoro ha stretto un patto di collaborazione con la Fondazione Castelli, che ha donato agli Uffici di Direzione un apparecchio defibrillatore che seguirà le squadre dei nostri ragazzi negli appuntamenti sportivi dell'anno formativo 2009/2010.
E' un segnale piccolo, quasi insignificante, una goccia nell'oceano. Ma, come diceva Madre Teresa di Calcutta " ... se non ci fosse quella goccia, all'oceano mancherebbe".
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