domenica 25 ottobre 2009

Un uomo solo - Poesia di una domenica pomeriggio

Solitudine.

E’ quella sensazione di disagio che ti prende alla bocca dello stomaco quando ti rendi conto che non c’è nessuno vicino a te con cui condividere le piccole cose della vita.
E’ il letto freddo che ti attende la sera, quando, alla fine della giornata hai bisogno di qualcuno che ti ascolti quando vuoi solo raccontare le banalità della vita quotidiana
E’ quella sensazione di disagio che provi quando vuoi comprare una cravatta e vicino a te non c’è nessuno che ti dica se sta bene sul tuo vestito nuovo oppure no
E’ quella sensazione che provi quando ti addormenti sul divano con la televisione accesa e accanto a te non c’è nessuno che ti sveglia con una carezza e ti dice di andare a letto
E’ quella sensazione che hai quando ti svegli al mattino e non c’è nessuno che ti fa il caffè o che aspetta che glie lo porti
E’ quella sensazione che hai quando nessuno si arrabbia con te perché la domenica vai sempre allo stadio invece di passeggiare con lei
E’ quella sensazione che hai quando hai molto amato e adesso non sai più amare
E’ quella sensazione di vuoto che hai quando senti che la vita è solo una attesa della morte
E’ quella sensazione che hai quando smetti di sognare insieme a qualcuno
E’ quella sensazione che provi quando non hai più la forza di soffrire per amore, perché non c’è nessuno vicino a te che lo apprezzi
E’ quella sensazione che hai quando ti rendi conto che hai dimenticato la sensazione di passare le mani tra i capelli della donna che ami
E’ quella sensazione che provi quando ti rendi conto che solo il sesso si può comprare e mai l’amore
E’ quella sensazione di vuoto che provi quando pensi a domani
E’ quella sensazione di vuoto che l’amicizia non può colmare, ma soltanto l’amore

E’ quella sensazione che provi quando ti rendi conto che sei un uomo solo.

e noi che facciamo? ...



Stamattina, mentre aspettavo la gara di Valentino Rossi, ho aperto il computer sul sito della Fondazione Giorgio Castelli e ho trovato la notizia dell'ennesiomo atleta che ha lasciato la vita su di un rettangolo verde ...

Allora ho scritto sul loro sito:

"Non è bello iniziare la Domenica, che dovrebbe essere un giorno di ringraziamento e di serenità in famiglia, con una notizia del genere. Ma purtroppo è la realtà. E tutte le persone con un minimo di sensibilità dovrebbro chiedersi: "Quanto di ciò che avviene è frutto del caso, del destino, della fatalità e quanto invece è frutto della insensibilità, del non rispetto delle leggi, della pigrizia, della politica vissuta, soprattutto a livello locale, come ricerca affannosa del consenso a tuti i costi?". E soprattutto, dovremmo chiederci che cosa posso fare io, come persona, come padre, come insegnante, come cittadino, per evitare che qualcuno, giovane o vecchio, possa lasciare la vita in nome di quello sport che anche io considero come il più bello del mondo?

Il Dott. Castelli ci ricorda che la legge sui defibrillatori giace dimenticata in Parlamento. E quello che accade a livello nazionale, rispecchia esattamente la realtà locale. Tutti sappiamo quello che è accaduto a Pavona, dove ho il piacere di vivere da oltre quaranta anni, qualche domenica fa. Un calciatore di trenta anni, Luigi Di Bartolomeo, difensore della nostra squadra di calcio, l'Albalonga, viene colpito, sul campo da gioco, da un arresto cardiaco. Si salva per puro miracolo, perchè nessuno su quel campo sa se c'è un defibrillatore e, soprattutto nessuno lo sa usare. L'Albalonga non ha mai inviato nessun tecnico ai corsi che la Polisportiva Comunale di Albano, di cui l'Albalonga è, tra l'altro membro "storico", ha realizzato insieme alla Fondazione Giorgio Castelli Onlus. Ma, al di là delle considerazioni sulla Società, dopo il can can dei primi minuti, oggi tutto è caduto nel dimenticatoio.

Tace la stampa. Perchè il fatto che il ragazzo si sia salvato non fa più notizia.

Tace la politica. Perchè il calcio porta consensi e è meglio tacere e far finta di niente, anche in considerazione del fatto che il Presidente dell'Albalonga è appena sceso in politica con una lista locale.

Tace lo Sport. Perchè, nonostante tutto lo spettacolo deve continuare.

In questa situazione, mi aspetto altre domeniche aperte da notizie del genere. Personalmente, ce la metterò tutta perchè queste cose non accadano più e perchè la vita non sia sempre subordinata ad altri parametri probabilmente meno nobili e certamente più convenienti per chi li applica.

Quello che è accaduto deve servire di sprone per chi come voi, eroi del nostro tempo, dedicate la vostra vita, le vostre energie, il vostro entusiasmo a costruire attraverso la sicurezza nello sport, una società migliore, dove il valore della persona sia al primo posto. Un abbraccio a Enzo, Rita, Valerio, Alessio e tutti gli altri amici della Fondazione."

Marco Giustinelli

domenica 4 ottobre 2009

Il Coraggio della Verità



Il terribile accadimento che domenica scorsa ha visto come protagonista il calciatore dell'Albalonga Calcio Luigi di Bartolomeo, suscita in noi sentimenti contrastanti.
Da una parte la solidarietà e l'affetto nei confronti di un atleta che non doveva rischiare di morire giocando a pallone, dall'altra la rabbia verso un mondo, quello del calcio, che troppo spesso si dimentica di tutelare gli interessi - e penso che la Vita sia l'interesse primario per tutti - dei più diretti interessati: i calciatori.
Il calcio viene vissuto, da noi, per quello che non è. Le cifre parlano chiaro. Nel Lazio i tesserati del Settore Giovanile sono 80.000 e gli atleti dilettanti delle serie che vanno dal calcio a cinque all'eccellenza, sono altri 30.000. Per un totale, se le mie conoscenze di matemetica non mi tradiscono, di circa 110.000 persone, maschi e femmine, che si divertono ( o almeno dovrebbero ) correndo in mutande, dietro ad una sfera di cuoio.
E sapete quanti di questi hanno la possibilità di diventare calciatori professionisti con un reddito che gli consenta, una volta attaccate le scarpette al chiodo, di campare serenamente senza preoccuparsi per il futuro?
Pochi, anzi pochissimi, se consideriamo che nella quattro società maggiori del Lazio ( Lazio, Roma, Frosinone e Cisco ) solo cinque o sei atleti di nazionalità italiana raggiungono un ingaggio che supera il milione di euro. E se pensiamo che nella nostra zona dei Castelli Romani, solo Simone Pepe, oggi all'Udinese, e Amelia, portiere del Genoa vestono più o meno regolarmente la maglia della Nazionale maggiore, viene da considerare che i nostri figli o nipoti avranno la possibilità di giocare in serie A allo stesso modo di beccare il biglietto vincente della Lotteria Italia o un bel "sei" al Superenalotto.
E, allora, perchè non prendere coscienza che lo sport è, di fatto, dilettantismo. Che la stragrande maggioranza di calciatori, cestisti, pallavolisti etc., dovrà, per campare, fare l'avvocato, il macellaio, il postino, il medico o l'insegnante come mestiere e lo sport del cuore come hobby.
Quindi basta con le lacrime di coccodrillo quando accade una disgrazia, quando un cuore si ferma e non c'è una scatoletta da 1000 euro per tentare di rimetterlo in moto ( oltre il 40% di vite salvate nei casi di utilizzo di un defibrillatore! ) o una persona che sappia come comportarsi correttamente! Quando si fermò il cuore al calciatore spagnolo Puerta, l'atleta poteva avere la possibilità di salvarsi se, quando ebbe un momento di ripresa, il medico sociale non gli avrebbe fatto fare a piedi gli oltre 60 metri che lo separavano dallo spogliatoio, compromettendo definitivamente la situazione, già gravissima in atto.
Un paio di parastinchi costano almeno 10 euro. Considerando che una scuola calcio di piccole dimensioni ha circa 100 atleti ci accorgiamo che molte società investono a protezione degli stinchi dei calciatori, una cifra ben più grande di quella necessaria a proteggerne il cuore e quindi la vita.
E sappiamo anche che se una persona non si sottopone ad un ecocardiogramma almeno una volta nella vita, non saprà mai se sono presenti malformazioni congenite che, se scoperte in tempo possono risolversi, altrimenti rischiano di risultare fatali. Ma ci limitiamo, nella migliore delle ipotesi ad un certificato di idoneità agonostica che questo esame non lo prevede e quindi facciamo dei nostri ragazzi dei soggetti a rischio.
Queste sono cose che la Federazione Italiana Giuoco Calcio sta gridando ai quattro venti da tempo, da quando persone come il Dottor Vincenzo Castelli, colpito anche lui dalla scomparsa del figlio Giorgio, di diciassette anni, sul terreno di giuoco, stanno cercando, con tutte le loro forze di trasmettere una concreta cultura della Vita attraverso la sensibilizzazione di tanti volontari e di tante istituzioni.
Il Comune di Albano, attraverso la Polisportiva Comunale, di cui sono Segretario, ha avviato un percorso di formazione sulla rianimazione cardiopolmonare per operatori laici ( cioè non appartenenti a personale sanitario ) e sull'uso degli apparecchi defibrillatori semiautomatici. E il Sindaco di Albano, Marco Mattei, nella cerimonia di fine anno agonistico delle società affiliate alla Polisportiva Comunale, ha regalato apparecchi defibrillatori ai siti comunali dove tante piccole e grandi società fanno attività sportiva.
Allora lavoriamo insieme per creare una vera cultura della sicurezza nello sport, dove le lacrime siano solo di felicità per aver raggiunto un successo nello sport e nella vita.
E cerchiamo di essere dilettanti solo nel praticare lo sport e professionisti nella tutela della salute e della vita.