
Il terribile accadimento che domenica scorsa ha visto come protagonista il calciatore dell'Albalonga Calcio Luigi di Bartolomeo, suscita in noi sentimenti contrastanti.
Da una parte la solidarietà e l'affetto nei confronti di un atleta che non doveva rischiare di morire giocando a pallone, dall'altra la rabbia verso un mondo, quello del calcio, che troppo spesso si dimentica di tutelare gli interessi - e penso che la Vita sia l'interesse primario per tutti - dei più diretti interessati: i calciatori.
Il calcio viene vissuto, da noi, per quello che non è. Le cifre parlano chiaro. Nel Lazio i tesserati del Settore Giovanile sono 80.000 e gli atleti dilettanti delle serie che vanno dal calcio a cinque all'eccellenza, sono altri 30.000. Per un totale, se le mie conoscenze di matemetica non mi tradiscono, di circa 110.000 persone, maschi e femmine, che si divertono ( o almeno dovrebbero ) correndo in mutande, dietro ad una sfera di cuoio.
E sapete quanti di questi hanno la possibilità di diventare calciatori professionisti con un reddito che gli consenta, una volta attaccate le scarpette al chiodo, di campare serenamente senza preoccuparsi per il futuro?
Pochi, anzi pochissimi, se consideriamo che nella quattro società maggiori del Lazio ( Lazio, Roma, Frosinone e Cisco ) solo cinque o sei atleti di nazionalità italiana raggiungono un ingaggio che supera il milione di euro. E se pensiamo che nella nostra zona dei Castelli Romani, solo Simone Pepe, oggi all'Udinese, e Amelia, portiere del Genoa vestono più o meno regolarmente la maglia della Nazionale maggiore, viene da considerare che i nostri figli o nipoti avranno la possibilità di giocare in serie A allo stesso modo di beccare il biglietto vincente della Lotteria Italia o un bel "sei" al Superenalotto.
E, allora, perchè non prendere coscienza che lo sport è, di fatto, dilettantismo. Che la stragrande maggioranza di calciatori, cestisti, pallavolisti etc., dovrà, per campare, fare l'avvocato, il macellaio, il postino, il medico o l'insegnante come mestiere e lo sport del cuore come hobby.
Quindi basta con le lacrime di coccodrillo quando accade una disgrazia, quando un cuore si ferma e non c'è una scatoletta da 1000 euro per tentare di rimetterlo in moto ( oltre il 40% di vite salvate nei casi di utilizzo di un defibrillatore! ) o una persona che sappia come comportarsi correttamente! Quando si fermò il cuore al calciatore spagnolo Puerta, l'atleta poteva avere la possibilità di salvarsi se, quando ebbe un momento di ripresa, il medico sociale non gli avrebbe fatto fare a piedi gli oltre 60 metri che lo separavano dallo spogliatoio, compromettendo definitivamente la situazione, già gravissima in atto.
Un paio di parastinchi costano almeno 10 euro. Considerando che una scuola calcio di piccole dimensioni ha circa 100 atleti ci accorgiamo che molte società investono a protezione degli stinchi dei calciatori, una cifra ben più grande di quella necessaria a proteggerne il cuore e quindi la vita.
E sappiamo anche che se una persona non si sottopone ad un ecocardiogramma almeno una volta nella vita, non saprà mai se sono presenti malformazioni congenite che, se scoperte in tempo possono risolversi, altrimenti rischiano di risultare fatali. Ma ci limitiamo, nella migliore delle ipotesi ad un certificato di idoneità agonostica che questo esame non lo prevede e quindi facciamo dei nostri ragazzi dei soggetti a rischio.
Queste sono cose che la Federazione Italiana Giuoco Calcio sta gridando ai quattro venti da tempo, da quando persone come il Dottor Vincenzo Castelli, colpito anche lui dalla scomparsa del figlio Giorgio, di diciassette anni, sul terreno di giuoco, stanno cercando, con tutte le loro forze di trasmettere una concreta cultura della Vita attraverso la sensibilizzazione di tanti volontari e di tante istituzioni.
Il Comune di Albano, attraverso la Polisportiva Comunale, di cui sono Segretario, ha avviato un percorso di formazione sulla rianimazione cardiopolmonare per operatori laici ( cioè non appartenenti a personale sanitario ) e sull'uso degli apparecchi defibrillatori semiautomatici. E il Sindaco di Albano, Marco Mattei, nella cerimonia di fine anno agonistico delle società affiliate alla Polisportiva Comunale, ha regalato apparecchi defibrillatori ai siti comunali dove tante piccole e grandi società fanno attività sportiva.
Allora lavoriamo insieme per creare una vera cultura della sicurezza nello sport, dove le lacrime siano solo di felicità per aver raggiunto un successo nello sport e nella vita.
E cerchiamo di essere dilettanti solo nel praticare lo sport e professionisti nella tutela della salute e della vita.
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