giovedì 31 dicembre 2009

Buon Anno!


Finisce un anno e ne comincia un altro. Tutti sperano in un anno migliore, ricco di salute, di amore, di prosperità. Le letterine che ci siamo vergognati di mandare a Babbo Natale o a Gesù Bambino, perchè ufficialmente abbiamo superato l'età in cui ci si crede, non ci vergogniamo di inviarle, almeno virtualmente, al fantomatico "Anno Nuovo". Come se la mezzanotte del 31 Dicembre segnasse una specie di spartiacque tra presente e futuro. E la cosa buffa è che ... ci dimentichiamo il presente.
Paradossalmente ci dimentichiamo che l'unica dimensione del reale è il presente, l'unico momento dove "possiamo" fare è l'oggi, non ieri o domani.
Purtroppo le lancette dell'orologio della Vita vanno solo in una direzione e, nell'eterna diatriba se è meglio avere rimpianti o rimorsi, la risposta è ovvia e banale: il passato non è modificabile e il treno non può tornare indietro. Quindi i rimorsi o i rimpianti sono situazioni e sentimenti appartenenti a sfere che non ci appartengono più. Il futuro presenta un'altra faccia della stessa medaglia. "chi di voi, per quanto si preoccupi, potrà allungare di un ora sola la sua vita?" dice Gesù nel Vangelo di Luca. Come possiamo puntare su di un numero, se non sappiamo neanche se ci sarà la roulette?. E allora il futuro, luogo di sogni e di speranze si accomuna al passato, luogo di rimpianti e di rimorsi. Rimane il presente, spesso dimenticato o sottovalutato, ma indubbiamente l'unico luogo dove albergano le certezze. Il presente è il luogo dell'azione, il luogo dell'essere, il vero luogo che realmente ci appartiene. "La Vita è adesso" cantava Claudio Baglioni ad una generazione di illusi e sognatori. E allora, riprendiamoci la nostra vita partendo dal presente, dall'opportunità di essere, di credere, di agire, di costruire la storia personale e collettiva. Nell'antichità, a Mosè che gli chiedeva "Come ti chiami?", Dio rispose " Jahweh" che non è un nome ma un verbo, inesistente nella nostra grammatica, che potremmo definire "di contemporaneità" e tradurre, molto artigianalmente in "Io sono colui che sono, che ero, che sarò". Io sono la realtà, colui che c'è, sempre e comunque. E allora noi, che a sua immagine siamo stati creati, come possiamo ridurci ai rimpianti, ai rimorsi, ai sogni, alle speranze, come possiamo dimenticare la bellezza concreta del presente, dove possiamo toccare, annusare, udire, vedere, rispetto a situazioni che possiamo solo immaginare o ricordare.
E allora viviamo il presente, con immensa gratitudine per il passato e grandi speranze per l'avvenire, ma viviamo il presente. E ci accorgeremo che la vita è veramente degna di essere vissuta fino in fondo, assaporando le tante perle fatte di tanti presenti che formano l'unicità di una irripetibile collana dell'esistenza.
Quindi, Buon Anno a tutti, a quelli che sono stati cattivi e a quelli che invece hanno scelto di essere buoni, Buon Anno a chi piange sul latte versato e su chi sogna a occhi aperti, Buon Anno a chi vive la vita come una eterna ricerca della felicità e buon anno a chi la felicità la trova nella gratitudine del dono della vita.
Perchè, in definitiva la vita è un dono. E il momento più bello di quando uno riceve il regalo è quando apre il pacco che lo contiene!
Buon Anno, fatto di trecentosessantacinque piccoli anni nuovi!

venerdì 25 dicembre 2009

Buon Natale


Buon Natale.

Buon Natale ai miei Genitori, che mi hanno accolto alla Vita 47 anni fa e che hanno continuato a farmi sentire a casa anche quando le vicende dell’esistenza mi hanno caricato di pesi che non ero in grado di sopportare e in loro ho trovato un sostegno forte e discreto. Sono loro che mi hanno sempre preso in braccio e mi hanno fatto guardare il cielo.
E dal cielo è venuto il Dio bambino, fonte di dolcezza, di accoglienza, di Amore.

Buon Natale ai miei Figli, Che ho accolto alla Vita e che ora sono il motivo della vita stessa. Fonte di forza, di entusiasmo, di voglia di lottare, i figli sono “ frecce nelle faretra di un guerriero “. Che tesoro inestimabile, che sguardo verso il futuro. Essi rappresentano la continuazione di un Progetto di Amore, la consapevolezza che la Forza di Dio passa attraverso la fragilità di un bimbo. Essi sono la scintilla della mia eternità.

Buon Natale ai miei Amici. Che ho visto correre in mio soccorso nelle difficoltà o che ho visto scappare. Amici che mi hanno amato o che si sono vergognati di me. Amici che comunque sono stati e sono tuttora parte della mia esistenza. Amici che hanno diviso con me il vino dell’allegria e il pane della tristezza. Amici che hanno condiviso la gioia di una nascita o la disperazione di una morte. A coloro che, nel bene e nel male rappresentano un pezzo di me stesso.

Buon Natale a chi mi detesta, perché la diversità di ciascuno è comunque la ricchezza di tutti. E perché, comunque tutti gli uomini intelligenti capiscano che si vive meglio rischiando qualcosa, piuttosto che perdendo tutto. E perché l’umiltà di Betlemme ci insegni che il segreto della Felicità sta nel vivere “con” e mai vivere “contro”.

Buon Natale a tutti coloro che non hanno nessuno a cui augurarlo. Perché la compagnia del Bambino Gesù dia loro consolazione e serenità e, soprattutto dia loro la consapevolezza che la Stella che attraversa il cielo verso il nuovo giorno, ci annuncia che non siamo mai soli.

Buon Natale a tutti quelli che mi sono passati vicino e io non ho visto, perché ogni persona è un’opportunità e mai un fastidio. Spero che mi perdonino tutti quelli che ho trascurato e che non ho saputo amare.

sabato 12 dicembre 2009

SPLENDIDA RIUSCITA DEL CONVEGNO ANNUALE DELLA FONDAZIONE "GIORGIO CASTELLI" ONLUS


Mattinata d’eccezione alla Sala Tevere della Regione Lazio, dove si è svolto il Convegno Annuale della Fondazione Giorgio Castelli Onlus sul tema “ Sport e Solidarietà, la centralità dell’individuo”. Si sono alternati, condotti dalla giornalista RAI Marzia Roncacci, relatori di altissimo profilo, come l’Assessore allo Sport della Regione Lazio, il Vicepresidente della Commissione Cultura e Sport Enzo Foschi, il Parlamentare Luciano Ciocchetti, il Campione di Pugilato Vincenzo Cantatore, il Segretario Nazionale del Settore Giovanile e Scolastico della Federcalcio Barbara Benedetti e numerosi esponenti del mondo della politica, della medicina e dello sport.
Particolare rilievo hanno avuto le relazioni della scuola calcio di Francesco Totti, nel settore degli atleti diversamente abili e alcuni documenti filmati presentati dalla Dr.ssa Alessandra Palazzotti dello Special Olimpic.
Lo Sport di Albano era presente con la relazione di Marco Giustinelli “Siamo piccoli, ma cresceremo”, imperniata sulla trasmissione dei valori ai giovani attraverso la pratica sportiva nelle associazioni di volontariato. Brillante e coinvolgente, come è sempre nel suo stile, Giustinelli ha presentato la realtà dello sport dilettantistico, vissuto a livello locale, attraverso la pratica del Volontariato, portando ad esempio l’Asd Atletico Pavona, società promotrice di numerose iniziative a livello sociale in collaborazione con la Fondazione Giorgio Castelli Onlus. Per l’Atletico Pavona erano presenti il Presidente Paolo Renzi, il tecnico Nicola Giustini ( fresco vincitore della Coppa Disciplina FIGC ), entrambi fondatori, insieme a Marco Giustinelli della società biancazzurra pavonense. Anche l’Albano istituzionale ha voluto rimarcare l’appoggio alle iniziative dell’Atletico Pavona con la presenza in Sala del Presidente della Polisportiva Comunale Generale Luciano Di Nicola, accompagnato dalla signora Mariella. In rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, il consigliere Anna Laganà che, durante il coffee break, ha espresso a Vincenzo Castelli il proprio apprezzamento per l’eccellente riuscita del convegno e ha assicurato alla Fondazione la massima collaborazione del Comune della Città di Albano Laziale e della Agenzia Regionale dei Trapianti, della quale Laganà è espressione sul territorio dei castelli.

“Una iniziativa ( il convegno ndr ) che, anno dopo anno si arricchisce sempre di più di contenuti qualificati che vogliono raggiungere l’obiettivo di stimolare addetti ai lavori e istituzioni su di un tema, quello della sicurezza, che è alla base del rispetto della centralità della persona – ha dichiarato Marco Giustinelli – e noi, che abbiamo scelto di vivere lo sport in trincea, non possiamo far altro che renderne merito a Enzo, Rita, Valerio e Alessio per il loro impegno costante e per la forza e la serenità che ci trasmettono attraverso il loro entusiasmo”.

giovedì 10 dicembre 2009

Un viaggio nel tempo, nella storia, nella vita della gente: BUCAREST 2009


Ogni viaggio è fonte di esperienza. E l'esperienza è tanto più forte, quanto più si è disposti a viaggiare con il cuore e non solo con la macchina fotografica e la mentalità del turista, seppur per lavoro.
Quattro giorni che mi hanno fatto conoscere un paese, la Romania, che ricordavo più per la saga del Conte Dracula e per le vicende storico politiche vissute a cavallo della fine del comunismo che per altro. E poi, anche per me è stato facile calarmi nei luoghi comuni della nazione etichettata come esportatrice di manodopera a buon mercato e di violenza gratutita.

Nel saluto ai bambini della scuola di Ilfov ( l'hinterland di Bucarest ) il mio collega Pino Valicenti ha rivolto l'augurio che i giovani possano uscire dalla Romania " ... non più come emigranti, ma come turisti." Una rivoluzione che l'Europa devetrovare la forza di realizzare, se si vuole passare da mercato a nazione. La nazione Europea che deve prendersi sulle spalle l'onere di assistere paesi, come la Romania, che vogliono uscire da un Medioevo moderno ( che differenza abissale tra la capitale Bucarest e la campagna a dieci minuti dal centro storico! ) e entrare a pieno diritto nella modernità di una Europa che ha le carte in regola, date dalla storia, di essere il faro sociale e culturale di un mondo che cambia.
Siamo stati accolti da colleghi che ci hanno trasmesso la passione per il loro lavoro, il nostro lavoro, vissuto talvolta in condizioni di difficoltà estreme, di vera frontiera della cultura ... e non solo. Insegnanti che vivono la necessità di formare i nuovi cittadini in un mondo nel quale convivono i carretti trainati da cavalli e la tv satellitare e internet!

Un mondo dove la dignità dell'insegnamento deve coesistere con situazioni di disagio evidenti e palpabili.

Siamo stati accolti con amicizia, quasi con l'affetto che si ha per i vecchi amici che ti vengono a trovare. Ci sono stati regalati momenti di intensa emozione, come i canti della scuola di Bucarest e la possibilità di disegnare e dialogare con i bambini di Cernica e, quello che più mi è rimasto nel cuore sono i sorrisi dei bambini, i loro occhi vivaci che non meritano di vedere le bruttezze di una emigazione selvaggia che divide le famiglie, che distrugge la dignità patrimonio di ogni essere umano. E' ora, per l'Europa, di passare dalla cultura del mercato, dell'economia alla cultura della solidarietà, della condivisione. E' ora, ormai, di costruire una realtà dove i nostri figli si sentano a casa propria, sia in Italia, che in Spagna, che in Danimarca, come in Romania.

Abbiamo studiato insieme alla comunità locale, dove, seduti uno accanto all'altro c'erano il docente italiano, il pope ortodosso, il poliziotto del villaggio, il bambino che vede i cartoni di Scooby Doo e Disney Channel, e direttori e insegnanti di Italia, Romania e Spagna e, tutti insieme, ci interrogavamo sulle radici della violenza giovanile che ormai dilaga in modo preoccupante.

Soprattutto, siamo rimasti colpiti dal risultato del sondaggio che è stato realizzato su un campione di bambini, ragazzi e ragazze di Ilfov. Alla domanda di cosa si aspettavano dal mondo degli adulti per combattere la violenza, la risposta è stata: comprensione, condivisione, affetto.

Probabilmente sarebbe stata la stessa cosa se, a rispondere alle domande del questionario, fossero stati i nostri ragazzi dell'Albafor...