martedì 26 gennaio 2010


Che desolazione leggere sui quotidiani che Emma Bonino, candidata alla guida della Regione Lazio, rivendica il suo passato di abortista convinta, e si conferma tra coloro che vedono l'aborto come una conquista delle donne, come una forma di "modernità". Su questo blog non si è mai parlato di politica ne' di partiti, ma mi corre l'obbligo di spendere due parole a difesa della Cultura della Vita, contro chi, nel nome del progresso, si proclama alfiere di un modo di pensare che respingo, nel nome di quello che c'è di più sacro al mondo: la difesa della vita umana dal momento del suo concepimento a quello della sua fine naturale. Con tanti amici, e in tanti modi, sto cercando di proporre, soprattutto ai giovani, un approccio al quotidiano che si realizzi nella promozione della vita, nella tutela della salute, nel tentativo di pensare l'altro come una cosa importante, come qualcuno per cui vale la pena di lottare e di spendersi.
La vita è sempre degna di essere vissuta. E nessuno, ne' uomo ne' stato, può arrogarsi il diritto di porre fine ad essa. Stabilire dei parametri secondo i quali un medico, un giudice, un politico può valutare se porre fine all'esistenza di una creatura umana, significa dare forza ad una cultura di stampo nazista. Allora, in nome della razza si stabilirono parametri per i quali una vita si dichiarava "non degna di essere vissuta" e se ne autorizzava, anzi se ne promuoveva, la soppressione sistematica. Oggi, paradossalmente, si è reintrodotto il concetto che lo stato può fissare dei parametri secondo i quali una vita appena concepita può essere eliminata. Si combatte nelle piazze per impedire che un assassino o uno stupratore o uno stragista vengano giustiziati, ma coloro che gridano contro la pena di morte, tacciono quando la vittima è un embrione umano, incapace di non solo di difendersi, ma anche di esprimersi.
E che chi si candida alla guida di una parte importante del nostro paese, si proclami paladino di questo tipo di cultura, non può raccogliere che la mia profonda avversione.
La signora Bonino dovrebbe scoprire la ricchezza di vivere accanto a disabili che giorno dopo giorno lottano per rimanere attaccati alla vita, dovrebbe provare il piacere di tenere tra le braccia l'ultimo nato di dieci figli.
La morte non è mai bella, non è mai una soluzione. La morte, quando è provocata coscientemente, genera sempre disperazione, dolore, sensi di colpa. La morte non può essere mai compatibile con la vita. E anche per la peggiore delle vite non può e non deve esistere qualcuno o qualcosa che può decidere se togliertela o lasciartela.
Rifletta, signora Bonino, e lasci perdere. Ho il dubbio che chi non è in grado di tutelare la cosa più preziosa che posseggo, avrà difficoltà a gestire bene anche i miei soldi .
Nessuno tocchi Caino ( dice la Bibbia ) ... figuriamoci Abele!

domenica 24 gennaio 2010

UN SEGNALE DI SPERANZA

Ho iniziato la mattina di domenica con un modo strano di pensare al Cielo. Un libro. Un piccolo libro che, insieme alla colazione, mia madre mi ha posato accanto al letto. E' un libro che Giuseppe "Peppe" Ventura ha dedicato alla "sua" Marta. La ragazzina che Dio si è riportata in cielo con modi e tempi che la maggior parte di noi non vuole e non può accettare. Sopravvivere al proprio figlio è un dolore umanamente insopportabile, intellettualmente inconcepibile, spiritualmente devastante. Eppure, dalle pagine di questo libro emergono una forza e una serenità che lasciano sconcertato il lettore. Non si legge disperazione, non si legge un addio, ma un arrivederci. Il "fiore strappato dalla terra per essere trapiantato nel giardino del Paradiso" continua a restare vivo nel ricordo e nella speranza.
E quello che traspare con chiarezza dalle parole, dalle espressioni, dalle emozioni forti che questo libro non può non trasmettere, è che la chiave di lettura di questa storia è la Fede. Una Fede dichiarata. Un progetto e non una fuga. La Fede di Peppe e Eugenia e dei loro figli, della loro famiglia, non è un modo di cercare di dare una spiegazione ad un evento terribile, non è una fuga dal dolore. E' la consapevolezza, espressa con tenerezza, della coscienza che ciascuno è parte del Progetto della Vita che si chiama Amore. E' un libro che esprime la consolazione e mai la disperazione.
E la tenerezza di un padre terreno che si affida ad un Padre celeste che ha fatto tornare a se una figlia, facendola passare dalla benedizione alla grazia. E tutto questo in attesa di poterla riabbracciare nell'Eternità.

mercoledì 20 gennaio 2010

PARTE IL "PAVONA HEARTH DAY" 2010


Sabato scorso, ospitato nel salone delle feste del Tennis Club Pavona, ha avuto inizio la fase 2010 del Progetto "Cuore in Campo", promosso dalla Polisportiva Comunale Generale della Città di Albano e organizzato dall'Asd Atletico Pavona. A tenere il corso di qualificazione BLS - D ( Basic Life Support and Defibrillation ) è stata la Fondazione Giorgio castelli Onlus, al secondo anno di collaborazione con le strutture sportive della cittadina castellana.
"E' stata una esperienza eccezionale - ha testimoniato Fabio Ferrarini, impiegato dell'Albafor SpA, uno dei partecipanti alla stage - perchè oltre ad apprendere nozioni di tipo tecnico, mi sono reso conto di quanto sia importante sapere come comportarsi correttamente nel caso ci si trovi davanti ad un arresto cardiorespiratorio". I partecipanti sono stati accolti dalla dirigenza della Polisportiva Comunale che, nella persona del segretario generale, Prof. Marco Giustinelli, ha ricordato ai presenti la necessità di costruire una cultura della Salute e della Sicurezza, che superi l'emotività degli eventi e sia proiettata su un lungo termine. "Non è ammissibile - ha sottolineato Giustinelli - che tutti parlino della sicurezza strutturale degli impianti, quando la realtà è quella di contare due decessi a settimana per arresto cardiaco improvviso e il 40% di queste morti si potrebbero evitare se ci fossero persone preparate testimoni dell'evento. Purtroppo è prioritario pensare ai numeri. dove c'è un afflusso importante di persone ( penso alle manifestazioni sportive, ai supermercati, agli aeroporti, alle parrocchie ) è altrettanto importante per essere pronti ad intervenire in caso di emergenza. E questa mentalità deve svilupparsi soprattutto nelle scuole. Infatti, per la prima volta, partecipano a questo corso docenti e operatori della formazione professionale e della scuola. E' un segnale importante, che va nella direzione giusta." .I Diplomi di qualificazione sono stati consegnati dall'Assessore allo Sport, Fausto Di fazio, intervenuto alla manifestazione in rappresentanza dell'intera Amministrazione Comunale che, su spinta del Sindaco Mattei, ha da sempre sostenuto l'iniziativa.
Il prossimo appuntamento è per Sabato 30 Gennaio, sempre presso il Tennis Club Pavona.