mercoledì 9 gennaio 2019

DALLE AULE DI FORMALBA AI BAMBINI DEL MADAGASCAR

Francesco Vendittelli: da Formalba Pomezia al Madagascar tra i bambini più poveri del mondo
L’eroe della classe accanto
Intervista esclusiva ad un uomo che ha fatto della Solidarietà la sua ragione di vita


di
Marco Giustinelli



Francesco Vendittelli, più volte Campione del Mondo di Arti Marziali e capo Scout, è uno dei docenti storici di Formalba. Da anni, con passione e impegno si dedica a formare i ragazzi e le ragazze che hanno scelto il nostro ente di formazione per costruirsi una strada verso il mondo del lavoro. Attualmente lavora nella Sede Operativa Formalba di Pomezia, dopo essere stato docente a Colleferro, Albano e Cecchina.
Ma abbiamo scoperto, in questi giorni, che a fianco dell’attività di docente, Francesco abbina una straordinaria e silenziosa opera di volontariato in Africa.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Francesco per farci raccontare quello che sta facendo.

Francesco, dove stai svolgendo questa tua opera di volontariato?
Sono in Madagascar, un paese che per i turisti rappresenta un autentico paradiso naturalistico, ma che nasconde una realtà, specialmente riferita ai bambini, purtroppo tra le più drammatiche di tutto il continente africano.

In che senso?
Il Madagascar è uno dei paesi al mondo con un tasso di natalità tra i più alti. Ma è anche uno dei paesi con la più alta diffusione di AIDS e con una diffusissima malnutrizione a livello infantile. Purtroppo tutto questo ormai non fa più notizia, ma è necessario intervenire con la massima urgenza se si vuole cercare, se non di risolvere, quanto meno di imprimere un cambio di direzione significativo.

E tu, in che veste stai operando?
Da anni faccio parte di una piccola Onlus, “Stand Up for Life”, una realtà piccolissima ma comunque molto attiva in questa parte dell’Africa. Ci occupiamo di malnutrizione infantile, scolarizzazione e casi clinici particolari. In particolare lo scopo di questo mio viaggio, oltre a sostenere gli amici presenti in tutto quello che serve, è quello di controllare i lavori della “Casa della Speranza”, un complesso che io stesso ho progettato e che comprende un ambulatorio e una mensa. I lavori sono a buon punto e con ancora poche decine di migliaia di euro dovremmo completare l’opera nei tempi programmati. Domani, armato di chiodi, martello e una sega a mano, cercherò di costruire i tavoli per la mensa che qui sono sempre meno di quelli che servirebbero.

Che risultati avete raggiunto in questi anni di attività?
Attualmente stiamo seguendo circa 180 bambini con un programma alimentare che per almeno quattro giorni a settimana prevede pasti regolarmente bilanciati. Per metà di loro, grazie al sistema di adozione a distanza è stato possibile realizzare un progetto di scolarizzazione continuativo. E, su questo punto, dobbiamo ringraziare tanti amici di Albano e Firenze che ci stanno dando un aiuto concreto con le loro donazioni. E poi, stiamo aiutando molti bambini con malattie importanti a recarsi nella capitale per curarsi. Qui purtroppo, è brutto dirlo, se hai la sfortuna di avere una patologia grave, le speranze di sopravvivere sono ridotte davvero al minimo. Le cure, quando ci sono, rappresentano davvero un lusso.

In quanti volontari siete partiti dall’Italia?
Insieme a me e Francesca, Vicepresidente della Onlus e proprietaria dell’Ottica Chiapponi di Albano , ci sono la dottoressa Alessandra Manuelli, chirurgo odontoiatrico e il suo compagno Carlo Sica con il quale, se riusciremo a trovare il tempo e la forza, proveremo, tra le altre cose, ad organizzare un piccolo torneo di calcio per far giocare e divertire i bambini. Ma le cose da fare sono tante e il tempo è poco. In ogni caso ce la metteremo tutta per riuscirci.

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