lunedì 7 ottobre 2019

PARTNER FORMALBA: La Fondazione Castelli cardioprotegge il Colosseo


Tecnologia e attenzione alla comunità si sposano al Colosseo nel nome della Fondazione Castelli
CONTROLLO A DISTANZA PER I DEFIBRILLATORI DEL COLOSSEO
Prosegue il progetto di cardioprotezione del Parco Archeologico



La Fondazione “Giorgio Castelli” Onlus prosegue nella sua opera di formazione e diffusione della cultura dell’emergenza. 
Nell’Anno formativo 2018/2019 oltre 200 Allieve e Allievi delle Sedi Formalba di Albano e Cecchina sono stati formati alle manovre di rianimazione cardiorespiratoria, propedeutiche all’uso del Defibrillatore in caso di arresto cardiaco. 
Una delle coordinatrici della sede albanense ha anche conseguito l’attestato di operatore laico BLSD ed è quindi in grado di utilizzare, in caso di necessità, il defibrillatore semiautomatico.

Dai campi sportivi, quindi, alla scuola e dalla scuola ai luoghi di aggregazione e di cultura maggiormente frequentati del territorio. Primo per importanza il Parco Archeologico del Colosseo, che è certamente una delle aree storiche più visitate al mondo con i suoi quasi otto milioni di visitatori nel 2018. Un tuffo nel passato, nei fasti della Roma imperiale, ma con una forte attenzione anche al presente dove, con un progetto che non conosce eguali in Italia, la Fondazione “Giorgio Castelli” onlus, di concerto con la Direzione del Parco, ha integralmente cardioprotetto l’intera superficie dominata dall’Anfiteatro Flavio.
“Con l’installazione di ulteriori cinque Defibrillatori (che portano a 12 gli apparecchi donati dalla Fondazione al Parco ) – ci dice il Dottor Vincenzo Castelli, medico ospedaliero e presidente della Fondazione che ricorda suo figlio Giorgio – abbiamo ulteriormente rinforzato la dotazione di apparecchi salvavita all’interno di una delle aree archeologiche più frequentate al mondo. Tutte le installazioni sono monitorate a distanza, permettendo così il controllo in tempo reale dello stato di carica del defibrillatore e su un suo eventuale utilizzo, permettendo così di allertare l’organizzazione dei soccorsi in tempi brevissimi, oltre, naturalmente, ad effettuare la manutenzione dell’apparecchio in modo puntuale. Alla tecnologia si unisce la formazione continua degli operatori presenti, in grado di intervenire in maniera qualificata in caso di arresto cardiaco, effettuando le corrette manovre di rianimazione cardiorespiratoria e praticando la defibrillazione precoce sul soggetto colpito che, come è noto, aumenta la possibilità di sopravvivenza di oltre il 40%.”
Un progetto che ha dimostrato la sua efficacia proprio qualche mese fa, quando è stato salvato un visitatore colpito da arresto cardiaco, proprio all’interno del Colosseo.
“Esattamente – prosegue Castelli – un turista statunitense in visita a Roma, mentre si trovava all’interno della struttura si è accasciato al suolo privo di sensi. Il tempestivo intervento di uno degli operatori, addestrato dalla Fondazione Castelli, ha permesso prima di accertare lo stato di arresto cardiorespiratorio e poi di intervenire con le manovre di rianimazione, culminate con l’uso del defibrillatore installato poco lontano. Le manovre hanno avuto successo e il paziente ha potuto attendere l’arrivo dei soccorsi ed è stato portato in ospedale per gli accertamenti e le terapie del caso. Ad oggi ci risulta che abbia fatto ritorno negli Stati Uniti, restituito all'affetto dei suoi cari.”
Un episodio che conferma la bontà di un progetto che consente, unendo la presenza capillare sul territorio di defibrillatori semiautomatici e l’addestramento e la formazione di personale anche non sanitario, di offrire alle oltre sessantamila persone che perdono ogni anno la vita in Italia per arresto cardiaco, una chance  di sopravvivenza in altri tempi insperata.

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