lunedì 8 agosto 2016

Francesco, il parroco del mondo!

A CRACOVIA SI E' CONCLUSA LA GMG 2016
FRANCESCO IL PARROCO DEL MONDO

Non ha la leadership di Giovanni Paolo II. Non ha l’intelligenza vivace e la cultura straordinaria di Benedetto XVI. Bergoglio è un papa semplice, immediato, umile che offre la testimonianza del buon parroco di provincia. Come quando, arcivescovo di Buenos Aires preferiva girare in autobus anziché sull’auto di rappresentanza o come, appena eletto papa, la mattina seguente si fa accompagnare all’albergo che lo aveva ospitato, per ritirare i bagagli e saldare (di tasca sua) il conto del soggiorno. Francesco è il papa del quotidiano. Va dall’ottico e si limita a cambiare le lenti su una vecchia montatura, piuttosto che sprecare denaro per acquistare un paio di occhiali nuovi. E, molto probabilmente, è questo il papa che la gente cercava, il papa che i giovani, accorsi in massa a Cracovia, volevano incontrare. E lo hanno incontrato. Un quarto di secolo dopo Giovanni Paolo, un papa torna in Polonia per la Giornata Mondiale della Gioventù, per portare al mondo intero, un messaggio di pace, di non violenza, di accoglienza e solidarietà.
Tempi difficili per la Chiesa, chiamata a dare risposte credibili a chi, in nome di dio, sgozza un vecchio prete sull’altare mentre celebra l’Eucarestia. Omicidio, odio per il cristianesimo, profanazione del luogo e del momento che rappresentano la massima espressione di sacralità del cattolicesimo. Cosa rispondere agli oltre due milioni di giovani che si aspettano una motivazione alla quale aggrapparsi, una giustificazione in grado di dare soluzione ai tanti perché che questa ondata di violenza assassina suscita. Soprattutto in chi, agli albori della primavera della vita, ancora non si è fatto una propria idea sul perché dell’esistenza o le ha ancora in fragilissima fase embrionale.
E la lunga notte all’aperto, dopo la grande veglia del sabato, interrotta solo dai canti e dal suono delle chitarre e dalla voglia di aspettare il nuovo sole in allegria, insieme ad una moltitudine con la quale condividere la propria fede e le proprie aspettative, con gli occhi della Speranza.
Tre giorni di parole, ma anche di gesti, di sorrisi, di carezze, di allegria, di battute. Il vecchio uomo, datato nel corpo (compirà ottanta anni il prossimo 17 dicembre), ma eccezionalmente giovane nello spirito. Il papa di Roma che sa comunicare con discorsi farciti dalla terminologia propria dei nativi digitali. Non più tardi di qualche decina di anni fa nessuno si sarebbe mai aspettato di udire dalla bocca di un Sommo Pontefice termini come app, smartphone, social. E mai come in questo tempo, si avvera la teoria della comunicazione di Marshall Mc Luhan, “il mezzo è anche il messaggio”.
Non il carisma, non la cultura, non la profezia. Francesco oggi è la testimonianza. E oggi, a Cracovia gli oltre due milioni di ragazze e ragazzi non chiedevano altro che testimonianza.
La croce d’argento, segno della rivoluzione di Francesco, si sposa con le scarpe risuolate, con la borsa sottobraccio che porta quando sale la scaletta dell’aereo con dentro, come lui stesso ha candidamente confessato ad un giornalista curioso, il rasoio, il salterio e qualche libro da leggere durante il viaggio. E poi, il soffermarsi a confessare, i ragazzi insieme a lui sulla papamobile, le carezze agli anziani e ai disabili e la forza straordinaria di annunciare la propria fede in un dialogo con il mondo.
L’apogeo della GMG si è toccato durante la veglia del sabato sera. In questo appuntamento, Francesco, più che un discorso programmatico, ha voluto dare ai tre milioni di presenti (secondo le stime del sito ufficiale della GMG) un vero e proprio “mandato”, un invio verso la società con l’esortazione ad essere protagonisti della propria vita in ogni istante.
Questo è il segreto, cari amici, che tutti siamo chiamati a sperimentare – ha incoraggiato il Papa - Dio si aspetta qualcosa da te, Dio vuole qualcosa da te, Dio aspetta te. Dio viene a rompere le nostre chiusure, viene ad aprire le porte delle nostre vite, delle nostre visioni, dei nostri sguardi! "
L’invito a “spalancare le porte” che richiama all’esortazione di inizio pontificato di Giovanni Paolo II, è la difesa ai tanti problemi che attanagliano le nuove generazioni. Il papa esce dalla facile retorica di tutti i giorni “Non c'è solo la droga - ha detto Francesco - nella vita c'é una paralisi difficile da identificare e che ci costa molto riconoscerla: pensare che per essere felici serva un divano. Il divano è la paralisi silenziosa che può rovinare di più la gioventù”. In questo modo „ci troviamo imbambolati e intontiti” e altri, più svegli, ma non più buoni, decidono il futuro per noi ". Ma „voi - ha chiesto con forza Francesco -volete lottare per il vostro futuro?”. „Non siamo venuti al mondo per vegetare, ma per lasciare un’impronta „.
E, alla base di tutto, la difesa della libertà, il valore che secondo Francesco è il più a rischio in questo tempo di disimpegno e di omologazione. „C'è tanta gente che non vi vuole bene e non vi vuole liberi” ha assicurato ai ragazzi, „e noi dobbiamo difendere la vostra libertà!”
E invita tutti a calzare le scarpe della fiducia, ad imitazione di Cristo, che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti”. È questa la sfida.
Camminare insieme agli altri, in qualsiasi ambito, portando la Buona Notizia e facendo della propria vita un dono, per essere felici, dare il meglio di sé e rendere il mondo migliore. E ci possiamo riuscire, ha assicurato il papa, creando un ponte di fratellanza, chiedendo a tutti di esigere di percorrere le strade della fraternità, ascoltando la chiamata di Dio, perché quando Lui chiama, non pensa a ciò che siamo o abbiamo fatto, ma guarda tutto ciò che potremmo fare, tutto l'amore che siamo capaci di donare.
 „Oggi Gesù ti invita, ti chiama a lasciare la tua impronta nella vita, un’impronta che segni la storia, che segni la tua storia e la storia di tanti”.

Parole chiare, semplici, comprensibili, dirette. Un papa senza paura un papa vicino. Chi si aspettava a Cracovia il Vescovo di Roma ha trovato, invece, il parroco del mondo.

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