giovedì 31 dicembre 2009

Buon Anno!


Finisce un anno e ne comincia un altro. Tutti sperano in un anno migliore, ricco di salute, di amore, di prosperità. Le letterine che ci siamo vergognati di mandare a Babbo Natale o a Gesù Bambino, perchè ufficialmente abbiamo superato l'età in cui ci si crede, non ci vergogniamo di inviarle, almeno virtualmente, al fantomatico "Anno Nuovo". Come se la mezzanotte del 31 Dicembre segnasse una specie di spartiacque tra presente e futuro. E la cosa buffa è che ... ci dimentichiamo il presente.
Paradossalmente ci dimentichiamo che l'unica dimensione del reale è il presente, l'unico momento dove "possiamo" fare è l'oggi, non ieri o domani.
Purtroppo le lancette dell'orologio della Vita vanno solo in una direzione e, nell'eterna diatriba se è meglio avere rimpianti o rimorsi, la risposta è ovvia e banale: il passato non è modificabile e il treno non può tornare indietro. Quindi i rimorsi o i rimpianti sono situazioni e sentimenti appartenenti a sfere che non ci appartengono più. Il futuro presenta un'altra faccia della stessa medaglia. "chi di voi, per quanto si preoccupi, potrà allungare di un ora sola la sua vita?" dice Gesù nel Vangelo di Luca. Come possiamo puntare su di un numero, se non sappiamo neanche se ci sarà la roulette?. E allora il futuro, luogo di sogni e di speranze si accomuna al passato, luogo di rimpianti e di rimorsi. Rimane il presente, spesso dimenticato o sottovalutato, ma indubbiamente l'unico luogo dove albergano le certezze. Il presente è il luogo dell'azione, il luogo dell'essere, il vero luogo che realmente ci appartiene. "La Vita è adesso" cantava Claudio Baglioni ad una generazione di illusi e sognatori. E allora, riprendiamoci la nostra vita partendo dal presente, dall'opportunità di essere, di credere, di agire, di costruire la storia personale e collettiva. Nell'antichità, a Mosè che gli chiedeva "Come ti chiami?", Dio rispose " Jahweh" che non è un nome ma un verbo, inesistente nella nostra grammatica, che potremmo definire "di contemporaneità" e tradurre, molto artigianalmente in "Io sono colui che sono, che ero, che sarò". Io sono la realtà, colui che c'è, sempre e comunque. E allora noi, che a sua immagine siamo stati creati, come possiamo ridurci ai rimpianti, ai rimorsi, ai sogni, alle speranze, come possiamo dimenticare la bellezza concreta del presente, dove possiamo toccare, annusare, udire, vedere, rispetto a situazioni che possiamo solo immaginare o ricordare.
E allora viviamo il presente, con immensa gratitudine per il passato e grandi speranze per l'avvenire, ma viviamo il presente. E ci accorgeremo che la vita è veramente degna di essere vissuta fino in fondo, assaporando le tante perle fatte di tanti presenti che formano l'unicità di una irripetibile collana dell'esistenza.
Quindi, Buon Anno a tutti, a quelli che sono stati cattivi e a quelli che invece hanno scelto di essere buoni, Buon Anno a chi piange sul latte versato e su chi sogna a occhi aperti, Buon Anno a chi vive la vita come una eterna ricerca della felicità e buon anno a chi la felicità la trova nella gratitudine del dono della vita.
Perchè, in definitiva la vita è un dono. E il momento più bello di quando uno riceve il regalo è quando apre il pacco che lo contiene!
Buon Anno, fatto di trecentosessantacinque piccoli anni nuovi!

venerdì 25 dicembre 2009

Buon Natale


Buon Natale.

Buon Natale ai miei Genitori, che mi hanno accolto alla Vita 47 anni fa e che hanno continuato a farmi sentire a casa anche quando le vicende dell’esistenza mi hanno caricato di pesi che non ero in grado di sopportare e in loro ho trovato un sostegno forte e discreto. Sono loro che mi hanno sempre preso in braccio e mi hanno fatto guardare il cielo.
E dal cielo è venuto il Dio bambino, fonte di dolcezza, di accoglienza, di Amore.

Buon Natale ai miei Figli, Che ho accolto alla Vita e che ora sono il motivo della vita stessa. Fonte di forza, di entusiasmo, di voglia di lottare, i figli sono “ frecce nelle faretra di un guerriero “. Che tesoro inestimabile, che sguardo verso il futuro. Essi rappresentano la continuazione di un Progetto di Amore, la consapevolezza che la Forza di Dio passa attraverso la fragilità di un bimbo. Essi sono la scintilla della mia eternità.

Buon Natale ai miei Amici. Che ho visto correre in mio soccorso nelle difficoltà o che ho visto scappare. Amici che mi hanno amato o che si sono vergognati di me. Amici che comunque sono stati e sono tuttora parte della mia esistenza. Amici che hanno diviso con me il vino dell’allegria e il pane della tristezza. Amici che hanno condiviso la gioia di una nascita o la disperazione di una morte. A coloro che, nel bene e nel male rappresentano un pezzo di me stesso.

Buon Natale a chi mi detesta, perché la diversità di ciascuno è comunque la ricchezza di tutti. E perché, comunque tutti gli uomini intelligenti capiscano che si vive meglio rischiando qualcosa, piuttosto che perdendo tutto. E perché l’umiltà di Betlemme ci insegni che il segreto della Felicità sta nel vivere “con” e mai vivere “contro”.

Buon Natale a tutti coloro che non hanno nessuno a cui augurarlo. Perché la compagnia del Bambino Gesù dia loro consolazione e serenità e, soprattutto dia loro la consapevolezza che la Stella che attraversa il cielo verso il nuovo giorno, ci annuncia che non siamo mai soli.

Buon Natale a tutti quelli che mi sono passati vicino e io non ho visto, perché ogni persona è un’opportunità e mai un fastidio. Spero che mi perdonino tutti quelli che ho trascurato e che non ho saputo amare.

sabato 12 dicembre 2009

SPLENDIDA RIUSCITA DEL CONVEGNO ANNUALE DELLA FONDAZIONE "GIORGIO CASTELLI" ONLUS


Mattinata d’eccezione alla Sala Tevere della Regione Lazio, dove si è svolto il Convegno Annuale della Fondazione Giorgio Castelli Onlus sul tema “ Sport e Solidarietà, la centralità dell’individuo”. Si sono alternati, condotti dalla giornalista RAI Marzia Roncacci, relatori di altissimo profilo, come l’Assessore allo Sport della Regione Lazio, il Vicepresidente della Commissione Cultura e Sport Enzo Foschi, il Parlamentare Luciano Ciocchetti, il Campione di Pugilato Vincenzo Cantatore, il Segretario Nazionale del Settore Giovanile e Scolastico della Federcalcio Barbara Benedetti e numerosi esponenti del mondo della politica, della medicina e dello sport.
Particolare rilievo hanno avuto le relazioni della scuola calcio di Francesco Totti, nel settore degli atleti diversamente abili e alcuni documenti filmati presentati dalla Dr.ssa Alessandra Palazzotti dello Special Olimpic.
Lo Sport di Albano era presente con la relazione di Marco Giustinelli “Siamo piccoli, ma cresceremo”, imperniata sulla trasmissione dei valori ai giovani attraverso la pratica sportiva nelle associazioni di volontariato. Brillante e coinvolgente, come è sempre nel suo stile, Giustinelli ha presentato la realtà dello sport dilettantistico, vissuto a livello locale, attraverso la pratica del Volontariato, portando ad esempio l’Asd Atletico Pavona, società promotrice di numerose iniziative a livello sociale in collaborazione con la Fondazione Giorgio Castelli Onlus. Per l’Atletico Pavona erano presenti il Presidente Paolo Renzi, il tecnico Nicola Giustini ( fresco vincitore della Coppa Disciplina FIGC ), entrambi fondatori, insieme a Marco Giustinelli della società biancazzurra pavonense. Anche l’Albano istituzionale ha voluto rimarcare l’appoggio alle iniziative dell’Atletico Pavona con la presenza in Sala del Presidente della Polisportiva Comunale Generale Luciano Di Nicola, accompagnato dalla signora Mariella. In rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, il consigliere Anna Laganà che, durante il coffee break, ha espresso a Vincenzo Castelli il proprio apprezzamento per l’eccellente riuscita del convegno e ha assicurato alla Fondazione la massima collaborazione del Comune della Città di Albano Laziale e della Agenzia Regionale dei Trapianti, della quale Laganà è espressione sul territorio dei castelli.

“Una iniziativa ( il convegno ndr ) che, anno dopo anno si arricchisce sempre di più di contenuti qualificati che vogliono raggiungere l’obiettivo di stimolare addetti ai lavori e istituzioni su di un tema, quello della sicurezza, che è alla base del rispetto della centralità della persona – ha dichiarato Marco Giustinelli – e noi, che abbiamo scelto di vivere lo sport in trincea, non possiamo far altro che renderne merito a Enzo, Rita, Valerio e Alessio per il loro impegno costante e per la forza e la serenità che ci trasmettono attraverso il loro entusiasmo”.

giovedì 10 dicembre 2009

Un viaggio nel tempo, nella storia, nella vita della gente: BUCAREST 2009


Ogni viaggio è fonte di esperienza. E l'esperienza è tanto più forte, quanto più si è disposti a viaggiare con il cuore e non solo con la macchina fotografica e la mentalità del turista, seppur per lavoro.
Quattro giorni che mi hanno fatto conoscere un paese, la Romania, che ricordavo più per la saga del Conte Dracula e per le vicende storico politiche vissute a cavallo della fine del comunismo che per altro. E poi, anche per me è stato facile calarmi nei luoghi comuni della nazione etichettata come esportatrice di manodopera a buon mercato e di violenza gratutita.

Nel saluto ai bambini della scuola di Ilfov ( l'hinterland di Bucarest ) il mio collega Pino Valicenti ha rivolto l'augurio che i giovani possano uscire dalla Romania " ... non più come emigranti, ma come turisti." Una rivoluzione che l'Europa devetrovare la forza di realizzare, se si vuole passare da mercato a nazione. La nazione Europea che deve prendersi sulle spalle l'onere di assistere paesi, come la Romania, che vogliono uscire da un Medioevo moderno ( che differenza abissale tra la capitale Bucarest e la campagna a dieci minuti dal centro storico! ) e entrare a pieno diritto nella modernità di una Europa che ha le carte in regola, date dalla storia, di essere il faro sociale e culturale di un mondo che cambia.
Siamo stati accolti da colleghi che ci hanno trasmesso la passione per il loro lavoro, il nostro lavoro, vissuto talvolta in condizioni di difficoltà estreme, di vera frontiera della cultura ... e non solo. Insegnanti che vivono la necessità di formare i nuovi cittadini in un mondo nel quale convivono i carretti trainati da cavalli e la tv satellitare e internet!

Un mondo dove la dignità dell'insegnamento deve coesistere con situazioni di disagio evidenti e palpabili.

Siamo stati accolti con amicizia, quasi con l'affetto che si ha per i vecchi amici che ti vengono a trovare. Ci sono stati regalati momenti di intensa emozione, come i canti della scuola di Bucarest e la possibilità di disegnare e dialogare con i bambini di Cernica e, quello che più mi è rimasto nel cuore sono i sorrisi dei bambini, i loro occhi vivaci che non meritano di vedere le bruttezze di una emigazione selvaggia che divide le famiglie, che distrugge la dignità patrimonio di ogni essere umano. E' ora, per l'Europa, di passare dalla cultura del mercato, dell'economia alla cultura della solidarietà, della condivisione. E' ora, ormai, di costruire una realtà dove i nostri figli si sentano a casa propria, sia in Italia, che in Spagna, che in Danimarca, come in Romania.

Abbiamo studiato insieme alla comunità locale, dove, seduti uno accanto all'altro c'erano il docente italiano, il pope ortodosso, il poliziotto del villaggio, il bambino che vede i cartoni di Scooby Doo e Disney Channel, e direttori e insegnanti di Italia, Romania e Spagna e, tutti insieme, ci interrogavamo sulle radici della violenza giovanile che ormai dilaga in modo preoccupante.

Soprattutto, siamo rimasti colpiti dal risultato del sondaggio che è stato realizzato su un campione di bambini, ragazzi e ragazze di Ilfov. Alla domanda di cosa si aspettavano dal mondo degli adulti per combattere la violenza, la risposta è stata: comprensione, condivisione, affetto.

Probabilmente sarebbe stata la stessa cosa se, a rispondere alle domande del questionario, fossero stati i nostri ragazzi dell'Albafor...

sabato 28 novembre 2009

Io Credo

Io Credo che Dio c'è ( anche se qualche volta è troppo impegnato per pensare a me )
Io Credo che Dio non ama le banche, perchè tutto quello che ha lo mette a disposizione di tutti
Io Credo che a Dio piace il calcio, perchè tutto quello che è in cielo è rotondo
Io Credo che l'Arcobaleno sia il sorriso di Dio
Io Credo che Dio non è daltonico, perchè la vita è a colori
Io Credo che l'autoritratto di Dio sia la Vita
Io Credo che Dio non ha mai fatto sesso, ma sempre l'Amore
Io Credo che se Dio non ci fosse noi non ce ne accorgeremmo ( perchè non ci saremmo )
Io Credo che per vedere il volto di Dio è necessario aprire gli occhi
Io Credo che l'amore è il cordone ombelicale di Dio
Io Credo che un Figlio è un regalo, il genitore un diritto
Io Credo che Dio ha creato l'universo intorno all'uomo
Io Credo che la morte sia il bacio di Dio
Io Credo che l'Amicizia non unisce, condivide
Io Credo che l'ateo quando si sveglia cambierà idea
Io Credo che la fantasia sia l'odore di Dio
Io Credo che Dio sia curioso, perchè ha fatto diverse tutte le cose uguali
Io Credo che l'arte sia raccontare le tracce di Dio
Io Credo che le cose belle sono create da Dio e quelle brutte costruite dagli uomini
Io Credo che Dio non vede le partite alla TV, le gioca
Io Credo che la cosa più commovente del sorriso di un bimbo sia la lacrima di una madre
Io Credo che tutto finisce. Dio ricomincia
Io Credo che Dio sia discreto, perchè non fa mai rumore
Io Credo che la durata della Vita sia inversamente proporzionale alla sua bellezza
Io Credo che l'egoismo sia una forma di suicidio
Io Credo che il denaro sia indispensabile per vivere male
Io Credo che sia necessario essere molto intelligenti per riuscire a capire che non si capisce niente
Io Credo che la Felicità si possa comprare con l'Amore
Io Credo che la sofferenza ci aiuta a capire la differenza tra stupidità e serenità
Io Credo che chi non rispetta il proprio corpo sia sciocco
Io Credo che chi mi ama per quello che appaio, mi odierà per quello che sono
Io Credo che se non servissimo a nulla, Dio non ci avrebbe creato
Io Credo che per costruire un mondo felice occorra un solo architetto e tanti operai
Io Credo che se una persona pensa troppo, agisce poco
Io Credo che l'Amore sia contagioso, ma molti si vaccinano
Io credo che molti pensano che Dio sia una fregatura. Sono le persone tristi
Io Credo che ogni dolore sia una opportunità
Io Credo che chi non crede nell'uomo non crede neanche in Dio

Io Credo che Dio pensi che io sia la cosa più bella che ha creato. io me lo auguro ...

domenica 22 novembre 2009

CENA DI BENEFICIENZA DELLA FONDAZIONE GIORGIO CASTELLI



Ieri sera, a Castelverde di Guidonia, la Fondazione Giorgio Castelli Onlus ha organizzato l'annuale cena di beneficenza che ha visto la presenza di oltre trecentocinquanta invitati che hanno affollato le meravigliose sale da pranzo del complesso alberghiero.
Per l'Atletico Pavona erano presenti il Presidente Paolo Renzi, l'Amminisratore Delegato Marco Giustinelli e i tecnici Michele Fierravanti e Pino Ruffini con le rispettive consorti.
Serata davvero vissuta "in famiglia" con tanti amici che si sono ritrovati intorno alla famiglia Castelli per esprimere il loro sostegno a questa meravigliosa esperienza che, nel nome di Giorgio, sta incidendo in modo sempre più significativo nella formazione di una cultura della sicurezza e dell'attenzione verso l'altro. A sorpresa è stato chiesto anche a Marco Giustinelli di prendere il microfono e raccontare l'esperienza dell'Atletico Pavona. Marco ha ribadito l'amicizia e l'affetto che ormai lega l'Atletico alla Fondazione Castelli e le molte iniziative messe in campo a sostegno di uno sport sicuro attuate nel territorio di Albano Laziale e ha incoraggiato i presenti a sostenere lo sforzo di Enzo e Rita. Citando Madre Teresa di Calcutta, ha concluso dicendo " se anche quello che facciamo è solo una goccia nell'oceano, se quella goccia non ci fosse, l'oceano ne sentirebbe la mancanza". Durante la serata, alla quale hanno partecipato personalità del mondo della politica e dello Sport ( tra i quali citiamo il Dott. Mario Brozzi, il Presidente della Commissione antidoping della FIGC Pino Capua, il presidente della Commissione Sport e Cultura della Regione Lazio Enzo Foschi e moltissimi esponenti del mondo medico e accademico della capitale ), si sono esibiti anche i cantanti Max Agresti e Capua. La manifestazione si è conclusa con la Lotteria che ha visto, tra i premi più ambiti, una maglia dell'AS Roma, autografata da Francesco Totti e uno splendido collier offerto dalla Famiglia Castelli.

sabato 14 novembre 2009

Michele è il CT del LAzio. Auguri!


Il Comunicato nr. 24 del Calcio a Cinque del 12.11.2009 del Comitato Regionale Lazio ha comunicato la compagine tecnica che accompagnerà le sei rappresentative regionali ( 4 del Calcio a Undici e 2 di quello a cinque ) maschil e femminile verso il tradizionale appuntamento del Torneo delle Regioni che incoronerà le migliori formazioni della penisola.

La novità assoluta è il nome di Michele Fierravanti come Commissario Tecnico del Calcio a Cinque maschile. Atleta di caratura internazionale nel wheel chair ockey ( l'ockey su pista giocato con l'ausilio di particolari carrozzine elettriche ), Michele si è laureato, nelle ultimedue stagioni, vicecampione d'Italia con i suoi Albalonga Darco Sport e ha gareggiato più volte, in passato, in diverse discipline sportive paralimpiche, raggiungendo nel nuoto, nella scherma e nel tro con l'arco piazzamenti di assoluto livello, sia in campo nazionale che continentale. Dal 2004 si dedica al calcio a cinque, entrando a far parte di quell'eccezionale laboratorio sportivo che è l'Asd Atletico Pavona, una piccola realtà sportiva dell'hinterland romano che fa del volontariato e dell'impegno nel sociale i suoi cavalli di battaglia. Nel primo anno di attività la formazione Allievi della quale è alla guida, raggiunge la finale del Torneo dell'Amicizia e l'anno successivo, incoraggiato dall'allora Presidente, Marco Giustinelli, debutta nel calcio ufficiale, come allenatore della squadra Juniores dell'Atletico, che milita nel campionato regionale, fascia B. Una stagione che fa scoprire un Fierravanti in grado di trasformare un gruppo di ragazzi che mai erano stati yesserati precedentemente, in una squadra che sfiora di un soffio la promozione al Campionato d'Elite, togliendosi la soddisfazione di battere per ben due volte i pari età di Roma e Lazio. Il 2007/2008 vede Fierravanti alla guida degli Allievi. La squadra domina in campionato e si classifica seconda alle spalle del Ciampino dei miracoli del Nazionale Fimmanò, e disputa i play off di categoria, arrivando sino ai quarti di finale.

Nel 2008/2009 Michele passa all'Albano Calcio a cinque dei fratelli Sette, che gli danno fiducia e gli affidano la conduzione della squadra Juniores che milita nel Campionato d'Elite. E' la definitiva valorizzazione di Fierravanti che per gran parte della stagione guida la classifica del Campionato e raggiunge i play off alle spalle di Torrino e Acquedotto.

Chiamato dal coordinatore regionale, Pietro Colantuoni, a sostituire alla guida della rappresentativa del Lazio il dimissionario Luciano Zaccardi, Fierravanti non rinnova l'impegno con l'Albano e inizia l'avventura verso il 49° Torneo dlle Regioni.

martedì 3 novembre 2009

... c'era da aspettarselo! E io domani mattina lo appendo in Ufficio!


Da pochi minuti il Telegiornale ha dato la notizia che la Corte Europea ha sentenziato che non si deve più esporre il Crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici.
E' l'ultima idiozia che ci viene da una Europa sempre più dei mercanti e delle banche e sempre meno dei popoli.
Solo un idiota certificato poteva prendere una decisione del genere! Perchè solo un ignorante matricolato poteva dimenticare che nel nostro Paese la Religione Cristiana rappresenta la radice delle nostre espressioni culturali, della nostra arte, del nostro pensiero.
Qualcuno dovrebbe spiegare a quei giudici ( sempre ammesso che riuscissero a capirlo ) che, al di la delle scelte confessionali o politiche di ciascuno, le basi della nostra civiltà si posano quantomeno sull'iconografia cristiana. La Pietà di Michelangelo, la Divina Commedia di Dante Alighieri, le basiliche di Santa Maria Novella o il Duomo di Milano, prendono origine da quella cultura che nasce dalla presenza bimillenaria del Cristianesimo dalle parti nostre.
Rispetto per tutte le persone, è ovvio, ma altrettanto rispetto per chi vuole anche esternare il proprio pensiero o anche i propri simboli e le proprie idee. E' l'ennesima dimostrazione di una Europa ignorante e bieca che, nel nome di una Libertà non meglio definita uccide la Libertà incarnata in quello che è il "segno" della Libertà più grande:dare la propria Vita per chi si ama.
La Croce è la massima espressione della Libertà. Gesù di Nazareth sceglie liberamente di rinunciare alla propria vita, di regalarla a coloro che lo insultavano e lo sbeffeggiavano. esiste una Libertà più grande di questa?
E dal punto di vista prettamente educativo ( perchè la scuola dovrebbe essere ancora il luogo deputato all'educazione ) che cosa c'è di più grande di un segno umile ed efficace che testimoni che esiste anche la possibilità di amare in modo libero, disinteressato, lontano dal baratto economico affettivo che domina il nostro secolo?
La Croce nobilita la sofferenza, relatà misteriosa e a volte inspiegabile, ma che comunque entra prepotentemente nella storia di ciascun essere umano. Una sofferenza che non fa piacere a nessuno, ma che tutti, prima o poi dobbiamo affrontare. E allora, perchè negarci anche una immagine che ci reca il messaggio che il dolore può essere anche speranza e non solo disperazione?
Cancellare l'immagine dell'Uomo che soffre vuol dire porgere il fianco a quella cultura che vuole ubriacare l'uomo di illusioni per allontanarlo dalla realtà. Quella cultura madre della droga, dello sballo a tutti i costi, dell'ubriacatura del sabato sera. Quella cultura che vuole l'uomo schiavo del proprio voler fuggire. Di fronte alla cultura della schiavitù io preferisco quella della Libertà! E l'immagine del Falegname di Galilea che muore da uomo libero, ha distrutto l'impero di Roma che aveva reso schiavi milioni di uomini. La forza straordinaria della Verità in grado di sconfiggere la forza delle armi e del denaro, del potere e della sopraffazione. Che splendido messaggio emana da quel legno! Che lezione di Amore che viene dall'immagine del Cristo morente! E non abbiamo parlato di Religione, di preti, di Vaticano o di Chiesa Cattolica. Abbiamo solo parlato di Libertà e di Verità. E come ha bisogno questo povero mondo di Libertà e di Verità! In una società basata sull'illusione e sulla menzogna la Croce è scomoda e la figura di un uomo in grado di dare la popria vita per un ideale, per una amicizia è un monito forse troppo pesante per la civiltà delle banche e dei mercanti.
Per questo domani mattina appenderò la Croce nel mio ufficio. In modo che alzando gli occhi dal computer potrò ricordarmi che la Vita, per essere vissuta pienamente, deve essere basata sull'Amore.
... in attesa che qualcuno, in nome della Libertà e del progresso, si senta offeso da quel segno d'Amore disinteressato e che qualche giudice imbecille ordini di sostituirlo con il simbolo dell'Euro!

domenica 25 ottobre 2009

Un uomo solo - Poesia di una domenica pomeriggio

Solitudine.

E’ quella sensazione di disagio che ti prende alla bocca dello stomaco quando ti rendi conto che non c’è nessuno vicino a te con cui condividere le piccole cose della vita.
E’ il letto freddo che ti attende la sera, quando, alla fine della giornata hai bisogno di qualcuno che ti ascolti quando vuoi solo raccontare le banalità della vita quotidiana
E’ quella sensazione di disagio che provi quando vuoi comprare una cravatta e vicino a te non c’è nessuno che ti dica se sta bene sul tuo vestito nuovo oppure no
E’ quella sensazione che provi quando ti addormenti sul divano con la televisione accesa e accanto a te non c’è nessuno che ti sveglia con una carezza e ti dice di andare a letto
E’ quella sensazione che hai quando ti svegli al mattino e non c’è nessuno che ti fa il caffè o che aspetta che glie lo porti
E’ quella sensazione che hai quando nessuno si arrabbia con te perché la domenica vai sempre allo stadio invece di passeggiare con lei
E’ quella sensazione che hai quando hai molto amato e adesso non sai più amare
E’ quella sensazione di vuoto che hai quando senti che la vita è solo una attesa della morte
E’ quella sensazione che hai quando smetti di sognare insieme a qualcuno
E’ quella sensazione che provi quando non hai più la forza di soffrire per amore, perché non c’è nessuno vicino a te che lo apprezzi
E’ quella sensazione che hai quando ti rendi conto che hai dimenticato la sensazione di passare le mani tra i capelli della donna che ami
E’ quella sensazione che provi quando ti rendi conto che solo il sesso si può comprare e mai l’amore
E’ quella sensazione di vuoto che provi quando pensi a domani
E’ quella sensazione di vuoto che l’amicizia non può colmare, ma soltanto l’amore

E’ quella sensazione che provi quando ti rendi conto che sei un uomo solo.

e noi che facciamo? ...



Stamattina, mentre aspettavo la gara di Valentino Rossi, ho aperto il computer sul sito della Fondazione Giorgio Castelli e ho trovato la notizia dell'ennesiomo atleta che ha lasciato la vita su di un rettangolo verde ...

Allora ho scritto sul loro sito:

"Non è bello iniziare la Domenica, che dovrebbe essere un giorno di ringraziamento e di serenità in famiglia, con una notizia del genere. Ma purtroppo è la realtà. E tutte le persone con un minimo di sensibilità dovrebbro chiedersi: "Quanto di ciò che avviene è frutto del caso, del destino, della fatalità e quanto invece è frutto della insensibilità, del non rispetto delle leggi, della pigrizia, della politica vissuta, soprattutto a livello locale, come ricerca affannosa del consenso a tuti i costi?". E soprattutto, dovremmo chiederci che cosa posso fare io, come persona, come padre, come insegnante, come cittadino, per evitare che qualcuno, giovane o vecchio, possa lasciare la vita in nome di quello sport che anche io considero come il più bello del mondo?

Il Dott. Castelli ci ricorda che la legge sui defibrillatori giace dimenticata in Parlamento. E quello che accade a livello nazionale, rispecchia esattamente la realtà locale. Tutti sappiamo quello che è accaduto a Pavona, dove ho il piacere di vivere da oltre quaranta anni, qualche domenica fa. Un calciatore di trenta anni, Luigi Di Bartolomeo, difensore della nostra squadra di calcio, l'Albalonga, viene colpito, sul campo da gioco, da un arresto cardiaco. Si salva per puro miracolo, perchè nessuno su quel campo sa se c'è un defibrillatore e, soprattutto nessuno lo sa usare. L'Albalonga non ha mai inviato nessun tecnico ai corsi che la Polisportiva Comunale di Albano, di cui l'Albalonga è, tra l'altro membro "storico", ha realizzato insieme alla Fondazione Giorgio Castelli Onlus. Ma, al di là delle considerazioni sulla Società, dopo il can can dei primi minuti, oggi tutto è caduto nel dimenticatoio.

Tace la stampa. Perchè il fatto che il ragazzo si sia salvato non fa più notizia.

Tace la politica. Perchè il calcio porta consensi e è meglio tacere e far finta di niente, anche in considerazione del fatto che il Presidente dell'Albalonga è appena sceso in politica con una lista locale.

Tace lo Sport. Perchè, nonostante tutto lo spettacolo deve continuare.

In questa situazione, mi aspetto altre domeniche aperte da notizie del genere. Personalmente, ce la metterò tutta perchè queste cose non accadano più e perchè la vita non sia sempre subordinata ad altri parametri probabilmente meno nobili e certamente più convenienti per chi li applica.

Quello che è accaduto deve servire di sprone per chi come voi, eroi del nostro tempo, dedicate la vostra vita, le vostre energie, il vostro entusiasmo a costruire attraverso la sicurezza nello sport, una società migliore, dove il valore della persona sia al primo posto. Un abbraccio a Enzo, Rita, Valerio, Alessio e tutti gli altri amici della Fondazione."

Marco Giustinelli

domenica 4 ottobre 2009

Il Coraggio della Verità



Il terribile accadimento che domenica scorsa ha visto come protagonista il calciatore dell'Albalonga Calcio Luigi di Bartolomeo, suscita in noi sentimenti contrastanti.
Da una parte la solidarietà e l'affetto nei confronti di un atleta che non doveva rischiare di morire giocando a pallone, dall'altra la rabbia verso un mondo, quello del calcio, che troppo spesso si dimentica di tutelare gli interessi - e penso che la Vita sia l'interesse primario per tutti - dei più diretti interessati: i calciatori.
Il calcio viene vissuto, da noi, per quello che non è. Le cifre parlano chiaro. Nel Lazio i tesserati del Settore Giovanile sono 80.000 e gli atleti dilettanti delle serie che vanno dal calcio a cinque all'eccellenza, sono altri 30.000. Per un totale, se le mie conoscenze di matemetica non mi tradiscono, di circa 110.000 persone, maschi e femmine, che si divertono ( o almeno dovrebbero ) correndo in mutande, dietro ad una sfera di cuoio.
E sapete quanti di questi hanno la possibilità di diventare calciatori professionisti con un reddito che gli consenta, una volta attaccate le scarpette al chiodo, di campare serenamente senza preoccuparsi per il futuro?
Pochi, anzi pochissimi, se consideriamo che nella quattro società maggiori del Lazio ( Lazio, Roma, Frosinone e Cisco ) solo cinque o sei atleti di nazionalità italiana raggiungono un ingaggio che supera il milione di euro. E se pensiamo che nella nostra zona dei Castelli Romani, solo Simone Pepe, oggi all'Udinese, e Amelia, portiere del Genoa vestono più o meno regolarmente la maglia della Nazionale maggiore, viene da considerare che i nostri figli o nipoti avranno la possibilità di giocare in serie A allo stesso modo di beccare il biglietto vincente della Lotteria Italia o un bel "sei" al Superenalotto.
E, allora, perchè non prendere coscienza che lo sport è, di fatto, dilettantismo. Che la stragrande maggioranza di calciatori, cestisti, pallavolisti etc., dovrà, per campare, fare l'avvocato, il macellaio, il postino, il medico o l'insegnante come mestiere e lo sport del cuore come hobby.
Quindi basta con le lacrime di coccodrillo quando accade una disgrazia, quando un cuore si ferma e non c'è una scatoletta da 1000 euro per tentare di rimetterlo in moto ( oltre il 40% di vite salvate nei casi di utilizzo di un defibrillatore! ) o una persona che sappia come comportarsi correttamente! Quando si fermò il cuore al calciatore spagnolo Puerta, l'atleta poteva avere la possibilità di salvarsi se, quando ebbe un momento di ripresa, il medico sociale non gli avrebbe fatto fare a piedi gli oltre 60 metri che lo separavano dallo spogliatoio, compromettendo definitivamente la situazione, già gravissima in atto.
Un paio di parastinchi costano almeno 10 euro. Considerando che una scuola calcio di piccole dimensioni ha circa 100 atleti ci accorgiamo che molte società investono a protezione degli stinchi dei calciatori, una cifra ben più grande di quella necessaria a proteggerne il cuore e quindi la vita.
E sappiamo anche che se una persona non si sottopone ad un ecocardiogramma almeno una volta nella vita, non saprà mai se sono presenti malformazioni congenite che, se scoperte in tempo possono risolversi, altrimenti rischiano di risultare fatali. Ma ci limitiamo, nella migliore delle ipotesi ad un certificato di idoneità agonostica che questo esame non lo prevede e quindi facciamo dei nostri ragazzi dei soggetti a rischio.
Queste sono cose che la Federazione Italiana Giuoco Calcio sta gridando ai quattro venti da tempo, da quando persone come il Dottor Vincenzo Castelli, colpito anche lui dalla scomparsa del figlio Giorgio, di diciassette anni, sul terreno di giuoco, stanno cercando, con tutte le loro forze di trasmettere una concreta cultura della Vita attraverso la sensibilizzazione di tanti volontari e di tante istituzioni.
Il Comune di Albano, attraverso la Polisportiva Comunale, di cui sono Segretario, ha avviato un percorso di formazione sulla rianimazione cardiopolmonare per operatori laici ( cioè non appartenenti a personale sanitario ) e sull'uso degli apparecchi defibrillatori semiautomatici. E il Sindaco di Albano, Marco Mattei, nella cerimonia di fine anno agonistico delle società affiliate alla Polisportiva Comunale, ha regalato apparecchi defibrillatori ai siti comunali dove tante piccole e grandi società fanno attività sportiva.
Allora lavoriamo insieme per creare una vera cultura della sicurezza nello sport, dove le lacrime siano solo di felicità per aver raggiunto un successo nello sport e nella vita.
E cerchiamo di essere dilettanti solo nel praticare lo sport e professionisti nella tutela della salute e della vita.

domenica 23 agosto 2009

QUANDO LA PALLA E' ROTONDA



Il rammarico di tante persone è quello di non aver avuto una seconda possibilità nella vita e di essersi lasciati sfuggire tra le dita, come granelli di sabbia, occasioni di successo, di amore, di amicizia.
Forse non è così. Forse la vita non è altro che una stazione ferroviaria, dove in continuazione partono e arrivano treni con ogni provenienza e destinazione, Bisogna, a volte, prendere il coraggio a due mani, investire gli ultimi spiccioli che hai nel portafoglio e acquistare il biglietto per salire sul treno dei sogni, in partenza per l’isola che non c’è
( ... )
E' alle stampe ( casa editrice Boopen ) la prima fatica letteraria del sottoscritto.
Non avrei mai immaginato che scrivere un libro di duecento pagine avrebbe richiesto un impegno così importante e ... faticoso!
Leggetelo e criticatelo, anche pesantemente, ma onestamente.
E poi, fatemi sapere se vale la pena continuare sulla strada della scrittura, o soffermarmi solo su quella della lettura!

mercoledì 29 luglio 2009

Un Defibrillatore a Scuola: una testimonianza di attenzione alla centralità della persona.


Viviamo in un mondo rumoroso. Anche troppo. In tempi non sospetti Papa Montini affermava che questa generazione non ha bisogno di maestri, ma di testimoni. E qualche decennio dopo lo stesso Giovanni Paolo II tornava sull'argomento, evidenziando il concetto di testimonianza credibile.
E mai come oggi queste parole risultano profetiche in una società che ci bombarda di parole troppo spesso avare di contenuti e di ideali. Occorre, per chi ha deciso di battere la strada dell'essere educatore, presentarsi ai propri allievi come punto di riferimento presente e credibile.
E la credibilità parte dal quotidiano, dalla presenza costante tra i banchi di scuola, dalla disponibilità al dialogo, dal coraggio di mettersi in gioco ogni giorno, ogni minuto, dalla serenità di non volere avere ragione a tutti i costi.
Dalla consapevolezza che l'età e la cultura non sono garanzie di stare sempre dalla parte della ragione.
I ragazzi di oggi, frutto di noi, ragazzi di ieri, vengono troppe volte valutati in modo superficiale e pieno di luoghi comuni.
I giovani rappresentano comunque un patrimonio di freschezza e di voglia di scoprire e di scoprirsi.
Troppe volte giudichiamo e non comprendiamo le esigenze di una generazione alla quale abbiamo tolto i valori fondanti della nostra civiltà e della nostra cultura.
Parlare di Dio, di Famiglia, di Patria, di altruismo, di cavalleria oggi fa sorridere e, purtroppo, anche il vocabolario si adatta ai tempi.
La nostra generazione faceva l'Amore. I ragazzi di oggi fanno sesso e trasformano troppo spesso il più bello tra i sentimenti nella più scontata tra le ginnastiche.
E lo sport, termometro dei nostri giorni, non sfugge a questa regola. Andare allo Stadio è passato dalla gita fuori porta degli anni '70, dove tra panini con la porchetta e qualche fiasco di vino dei Castelli, si tifava per la Roma e per la Lazio e al massimo ci scappava qualche scazzottata, al clima di assedio che ciascuno di noi vive quando decide coraggiosamente di avventurarsi a vedere quello che rimane comunque lo sport più bello del mondo. Per questo, occorre tornare all'azione, alla testimonianza credibile, al linguaggio dei fatti concreti.
E in questa direzione si sta avventurando un gruppo di sportivi che crede che un mondo migliore si possa - e si debba - costruire attraverso segnali di impegno e di presenza.
Francesco Vendittelli, Michele Fierravanti, Giacomo Giretto vengono da esperienze diverse, da sport che poco hanno a vedere l'uno con l'altro. Ma hanno un comune denominatore: voler testimoniare, forti della loro esperienza agonistica che li ha visti tra i migliori atleti del mondo nelle rispettive discipline, che mettere al centro la persona è la chiave per lanciare un messaggio di speranza e di affetto per chi si affaccia oggi da protagonista all'avventura della Vita. Con questo spirito i tre campioni si sono offerti come testimonials per la Fondazione Giorgio Castelli, che si adopera per promuovere la cultura della sicurezza su tutti i campi da gioco di tutti gli sport. Sono ancora troppi gli atleti che perdono la vita nel luogo deputato al piacere di giocare.
E molte volte la tragedia accade per la leggerezza di un medico di famiglia troppo superficiale nel rilasciare un pezzo di carta che certifica la "sana e robusta costituzione fisica". O anche perchè in società dove si spendono decine di migliaia di euro per divise da gioco e parastinchi, non si pensa ad investire poco più di mille euro per un apparecchio defibrillatore in grado di salvare una vita altrimenti destinata a sicura fine.
Campioni nello Sport, Campioni nella Vita. E in questa ottica anche l'Albafor, l'Istituto di Formazione Professionale dove lavoro ha stretto un patto di collaborazione con la Fondazione Castelli, che ha donato agli Uffici di Direzione un apparecchio defibrillatore che seguirà le squadre dei nostri ragazzi negli appuntamenti sportivi dell'anno formativo 2009/2010.
E' un segnale piccolo, quasi insignificante, una goccia nell'oceano. Ma, come diceva Madre Teresa di Calcutta " ... se non ci fosse quella goccia, all'oceano mancherebbe".

mercoledì 22 luglio 2009

IL TAXI ... CORRE ANCORA!


Grande successo dei ragazzi di Alex Papitto che con il loro "Taxi a 2 piazze", tratto dall'opera di Ray Cooney, sbancano al concorso per compagnie amatoriali di Montecompatri.
Evidente la differenza tra i concorrenti in campo. La Compagnia del Jolly riesce a coniugare l'esperienza di uno spettacolo collaudato e una serata di grazia dei protagonisti che riescono a strappare risate e applausi a scena aperta ad un pubblico attento e avaro di apprezzamenti.
Montecompatri ha rappresentato un eccellente banco di prova per la Compagnia che, per la prima volta, si cimentava lontano dalle mura amiche e dai suoi storici supporters. La lontananza del sito, la rappresentazione messa in scena solo a pochi giorni di distanza dalla kermesse dell'Estate Ciampinese hanno tenuto a casa genitori e amici che hanno sempre fatto da cornice alle rappresentazioni del Taxi. Il pubblico, quasi interamente locale, non ha fatto sconti ai nostri eroi e il tributo ricevuto è assolutamente meritato e straguadagnato con il sudore della fronte.
In ottica di amicizia e di promozione dell'arte teatrale, i premi minori sono stati equamente divisi tra le altre compagini artistiche anche se, a parere di molti dei presenti, i ragazzi della Compagnia del Jolly avrebbero meritato ben più del Primo Premio assoluto e del premio del gradimento del pubblico.
Complimenti a tutti, per il loro impegno e la grinta con la quale hanno trascinato gli spettatori sul palcoscenico ( a dire il vero un po' traballante ). Ritmo eccellente e grande dinamismo scenico hanno confermato la bravura e la professionalità di un gruppo di adolescenti che Alex Papitto ha migistralmente condotto con una regia frizzante e mozzafiato.
Particolare menzione per l'ottimo "Brigadiere Percuoco" che migliora di rappresentazione in rappresentazione e che con la sua impareggiabile mimica facciale, scatena gli applausi del pubblico ad ogni sua comparsa in scena.
Ora attendiamo la Compagnia del Jolly ad altre prove con l'augurio di avere lo stesso successo raccolto con il Taxi.
Buone Vacanze a tutti.

martedì 6 gennaio 2009

IL 2009 INSIEME ALLA "FONDAZIONE GIORGIO CASTELLI ONLUS"



Quando accade un avvenimento sconvolgente come la morte sul campo di gioco di uno sportivo, specialmente un ragazzo che si sta appena affacciando alla avventura della vita, i sentimenti che emergono sono molteplici: disperazione, sgomento, dolore, a volte indignazione e rabbia, come nel caso del ragazzino ucciso dall'impatto con un rubinetto mentre giocava a calcio su uno dei mille campi della periferia di Roma.
Ma, nella maggioranza delle volte, i sentimenti si attenuano con il trascorrere del tempo, lasciando il posto ad una inconscia rassegnazione, attribuendo, in fondo, al fato la responsabilità dell'evento e continuando a vivere più o meno come prima, magari relegando l'argomento alle chiacchierate con colleghi di lavoro, famigliari o amici del bar.
Se questo accade, la morte, in tutta la sua indubbia sconvolgente tragicità non ha senso e non serve a nulla, se non a lasciare un vuoto incolmabile nelle persone che hanno amato e conosciuto la vittima.
Conoscere la Fondazione Giorgio Castelli è stato per me constatare che anche un accadimento così tragicamente sconvolgente, come la scomparsa di un figlio o di un fratello o nipote, può trovare un senso nell'impegno costante perchè ciò non accada mai più.
L'attività della Fondazione Castelli va oltre un sostegno tecnico agli operatori sportivi. Ha per me un valore intrinseco probabilmente superiore alla attività che la Fondazione promuove: ha la forza di creare una mentalità fortemente legata al sociale e al risveglio delle coscienze di ciascuno. E' dedicarsi ad una attività esclusivamente orientata "all'altro". E tutto questo può diventare una delle cose che possono dare il senso alla vita di ciascuno di noi, è trovare una collocazione nella storia di un territorio, di una comunità, di un paese. Dedicarsi all'altro e perdere un po' di se stessi vuol dire riappropriarsi della propria Missione di uomo che, in questo breve viaggio che facciamo in questa vita, scopre che "dare" arricchisce più che "ricevere" .